E' la seconda condanna di questo genere: la prima (sentenza del 30 maggio 2007, confermata anche in Appello) riguardava un risarcimento di 980 mila euro ai familiari di 4 delle 81 vittime da parte degli stessi dicasteri.
In questo secondo processo, che si è aperto il 9 gennaio 2008, la linea degli avvocati delle parti civili (un ottantina di familiari) si è basata sulla responsabilità' dello Stato, indipendentemente dall'accertamento della causa del disastro aereo, ed è stata così accolta dalla Corte.
La tesi su cui si basano le decisioni è quella dell'abbattimento con un missile da parte di un aereo militare, come ipotizzato nell'istruttoria del giudice Rosario Priore (durata quasi 9 anni) che mette - tra l'altro - in risalto la pericolosità di quel tratto di cielo proprio perché assiduamente utilizzato in quegli anni dalle diverse Aeronautiche Militari, non solo di Italia e Francia, ma anche dagli aerei britannici e dalle unità della Nato per il controllo dell'area mediterranea e Nord-africana, in particolare della Libia.
Sulla sentenza di Palermo, lo Stato ha annunciato il ricorso in Appello.
Foto di Luca Ghedini, tratta da Wikipedia, Licenza CC BY-SA 3.0
Foto di Luca Ghedini, tratta da Wikipedia, Licenza CC BY-SA 3.0
I fatti
- Il 27 Giugno 1980 il DC-9 dell'Itavia I-TIGI IH-870 decolla da Bologna alle 20:08 (18:08 UT, Tempo Universale), destinazione Palermo: a bordo ci sono 81 persone, tra passeggeri ed equipaggio.
- Poco prima delle 21 c'è l'ultima comunicazione radio tra il comandante e la torre di controllo di Roma Ciampino.
- Alle 20:59 (18:59 UT) si registra l'ultimo segnale del trasponder.
- Alle 21:04 (19:04 UT) la chiamata della torre di controllo per l'autorizzazione alla discesa non riceve risposta.
- L'aereo era precipitato, circa 62 miglia a Nord dell'Isola di Ustica.
L'Associazione Parenti delle Vittime
Il sito di documentazione giornalistica Stragi80.it
L'articolo del giornalista Fabrizio Colarieti
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